A volte, in qualità di sessuologa clinica, mi capita di essere contattata da persone che lamentano una disfunzione nella sfera sessuale (uomini che presentano eiaculazione precoce, impotenza, oppure eiaculazione ritardata, donne con vaginismo, dispareunia oppure anorgasmia).
Spesso vi è la convinzione che debba rivolgersi al sessuologo, per curarsi, solamente il membro della coppia che manifesta il problema, ma in realtà non è così.
Uno dei capisaldi della terapia sessuologica è il principio secondo il quale in una relazione caratterizzata da qualche forma di problematica sessuale non c’è un partner che non ne sia compromesso o sia ad essa estraneo.
Isolando nella terapia uno dei due partner, non solo si contraddice al principio secondo cui la disfunzione sessuale in questione riguarda entrambi i partner, ma si ignora anche il fatto basilare che la risposta sessuale rappresenta (simbolicamente e nella realtà) l’interazione di due esseri umani.
Se il trattamento è diretto, separatamente, verso il membro della coppia in cui la disfunzione si manifesta, l’altro, che teoricamente dovrebbe esserne fuori, potrebbe distruggere o vanificare buona parte dell’azione terapeutica, inizialmente per disinformazione e incomprensione e infine per frustrazione.
Se il partner escluso dal trattamento, per esempio, ricevesse poca o nessuna informazione di contenuto sessuale o relativa al procedere generale della cura, verrebbe a trovarsi sinceramente in imbarazzo quanto alla scelta dei mezzi più idonei a regolare la relazione con il partner. Per esempio, non saprebbe quando, se, come e in quali circostanze tentare l’approccio sessuale; anzi, non saprebbe neppure se tentarlo o no.
Nessuna delle tante domande che inevitabilmente vengono alla mente di una persona costretta a lottare con le tante angosce e le tante paure di un partner con una disfunzione sessuale trova risposta nel vuoto di comunicazione che si instaura immancabilmente tra i due membri della coppia.
Il primo fattore terapeutico al fine dell’eliminazione di una disfunzione sessuale è proprio quello di facilitare la comunicazione tra i due partner. Quasi mai i due hanno affrontato o condiviso il loro sentire in materia sessuale o discusso obiettivamente il problema della disfunzione, si intende in modo sereno, non orientato ad accuse reciproche o a manifestazioni di frustrazione, rabbia e senso di impotenza.
Non esiste partner non compromesso in una relazione afflitta da una disfunzione sessuale. Inoltre, pur inconsapevolmente, entrambi i partner hanno contribuito al disturbo clinico. Proprio per questo, quale paziente della disfunzione sessuale è considerata la relazione di coppia; la problematica non va mai considerata come una faccenda riguardante un unico partner.
Fonti: