Il tumore al seno, nei paesi dell’Europa occidentale e del Nord America, è la neoplasia di più frequente riscontro tra il sesso femminile ed occupa il primo posto tra le cause di morte per cancro nelle donne di età compresa tra i 15 ed i 75 anni.
Per asportare il tumore si ricorre alla chirurgia. Solitamente i tumori alla mammella sono trattati con tre tipologie di intervento: la tumorectomia (cioè l’asportazione del solo nodulo e di una piccola parte di tessuto circostante), la quadrantectomia (la resezione di un ampio tratto di tessuto mammario, solitamente un quadrante, da cui il nome, con un margine di tessuto circostante) la mastectomia (che prevede l’asportazione della mammella, del complesso areola capezzolo e di gran parte della cute che la riveste).
Il seno, da sempre, rappresenta la femminilità ed in particolare la maternità (l’allattamento al seno crea un legame indissolubile tra madre e figli). E’ simbolo di fecondità, di vita e di crescita perché nutre e protegge.
Nell’immaginario collettivo, inoltre, è simbolo di maturità sessuale, di sensualità, di amore, di seduzione e oggetto di desiderio per eccellenza.
Il seno, con le sue modificazioni morfologiche e fisiologiche, segna le tappe evolutive della vita della donna. Il suo sviluppo è veicolo del processo di assunzione dell’identità corporea e sessuale femminile, mentre le sue modificazioni fisiologiche accompagnano il pronunciarsi della propria funzione materna.
Dunque, il seno ricopre un ruolo fondamentale sul piano psicologico, emotivo ed affettivo: la sua malattia o mutilazione provoca una grave ferita ed una profonda modificazione del senso di Sé.
Le reazioni psicologiche delle donne cui viene diagnosticato un tumore al seno sono la risposta ai numerosi problemi suscitati da una malattia che agisce su più aspetti profondi del Sé, per le implicazioni della mutilazione chirurgica e dei trattamenti sulla propria femminilità, sulla sessualità e sulla maternità.
L’asportazione del seno, totale o parziale, provoca un senso di alterazione dell’integrità corporea, facendo sentire alla donna di essere diventata radicalmente diversa dalle altre persone. L’intervento mutilante spesso produce una difficoltà nell’identificazione sessuale, accompagnata da sentimenti di disistima e fragilità, che alterano il ruolo sociale e i rapporti interpersonali.
In aggiunta al disagio derivante dell’intervento chirurgico, gli effetti collaterali delle altre terapie, come la perdita dei capelli, la diminuzione della tonicità epidermica, l’aumento di peso, l’interruzione del ciclo mestruale, accentuano ulteriormente il senso di perdita di elementi fondamentali della femminilità e rappresentano momenti critici in quanto riducono drasticamente la soddisfazione per la propria immagine corporea e la propria identità.
Accanto alle reazioni psicologiche individuali, inoltre, compaiono spesso alterazioni nella vita di coppia. Nel caso in cui tali elementi conflittuali o di fragilità relazionale della coppia fossero già presenti, l’asportazione del seno può accentuare le difficoltà sia nell’area della sessualità sia nell’ambito dei rapporti affettivi. Mentre per una donna senza partner stabile, la mutilazione può compromettere eventuali progetti affettivi.
La risposta psicologica e il processo di adattamento della donna al carcinoma mammario sono influenzati da numerose variabili: