L’Organizzazione Mondiale della Sanità riporta che nel mondo ogni 40 secondi una persona si toglie la vita. Ogni suicidio rappresenta una tragedia enorme per i familiari, un vero e proprio trauma che comporta lutti non elaborati per anni, caratterizzati da senso di colpa, rabbia, ansia.
La morte può essere vista come una salvezza, una via di fuga rispetto al disonore, alla rovina economica, alla perdita del lavoro e altri problemi che la persona non si sente in grado di affrontare. La pandemia di Covid-19 sembra aver fatto aumentare il numero di suicidi, per la paura della malattia, l’isolamento sociale, le conseguenze economiche.
Spesso il suicidio riguarda pazienti malati di depressione. Colpiscono i casi di cronaca, in particolare quelli di omicidi-suicidi, che spazzano via intere famiglie. La reazione è quella di shock e stupore: sembrava una persona normale, gli avevo parlato proprio ieri.
Successivamente, invece, si riescono a ricostruire situazioni problematiche, visi scuri e tristi, silenzi, una presa di posizione negativa nei confronti della vita, sensi di colpa, di fallimento, accompagnati magari da frasi del tipo “Meglio morire che vivere in questo modo”, “Se mi capitasse una malattia sarei contento, almeno i miei problemi finirebbero”.
Per la persona alle prese con idee di morte potrebbe essere importante poter esprimere il proprio malessere, senza sentirsi giudicata, colpevolizzata o sentire sminuiti i propri problemi e il proprio stato d’animo.
E’ di fondamentale importanza sostenere le persone che manifestano tale disagio, incoraggiandole a chiedere aiuto ai professionisti della salute mentale per prevenire gesti estremi e irreparabili.