Alcune persone, quando sentono che il loro umore ha delle oscillazioni che le preoccupa, mi chiedono se forse non soffrano di un Disturbo Bipolare. In genere non è così. Quello che provano riguarda fisiologici cambiamenti della propria sfera emotiva: a volte si sentono un po’ giù di morale, altre volte sono di buonumore. Spesso tali stati d’animo sono collegati a situazioni che vivono nella quotidianità. Certo, può accadere che alcune persone siano più sensibili e quindi vivano un’emotività intensa collegata ad eventi esterni od interni, ma non si tratta di un Disturbo Bipolare.
Le persone con Disturbo Bipolare soffrono di gravi sbalzi dell’umore, nei quali alternano periodi di eccessiva euforia ad altri in cui provano grande infelicità e disperazione. Si tratta di una malattia che può comportare gravi ripercussioni nelle relazioni interpersonali, nella vita scolastica e lavorativa, con un notevole scadimento della qualità di vita.
Le fasi in cui si manifesta un abbassamento del tono dell’umore sono clinicamente uguali a quelle che si verificano nelle persone che soffrono di Depressione. La persona è triste, non prova più interesse per le cose che prima davano piacere, si sente inutile, disperata, senza speranza di uscire da quello stato di malessere. Il pensiero diventa pessimistico, l’autostima si abbassa, possono esserci idee di morte. Diviene difficile alzarsi dal letto, non c’è più la capacità di prendere iniziative. L’attenzione, la concentrazione e la memoria diminuiscono. A ciò si accompagna il pianto, disturbi dell’appetito e del sonno, stanchezza, dolore, cefalea ed altre somatizzazioni.
Durante la fase maniacale la persona è eccessivamente euforica e allegra senza motivo. A questo stato emotivo può alternarsi irritabilità, soprattutto se la persona viene contrariata o la si cerca di far ragionare rispetto al suo stato d’animo esageratamente euforico. In questa fase la persona è eccessivamente ottimista, sicura di sé, piena di molte idee nuove ed eccitanti, in cui prende decisioni senza riflettere (a volte con gravi conseguenze sul piano economico, relazionale, lavorativo). La persona, infatti, ha una scarsa capacità di giudizio, poiché non è consapevole di essere malata, in quanto la percezione soggettiva è di estremo benessere, forza ed energia.
L’umore è talmente elevato che la persona canta, urla, parla velocemente, attacca bottone con gli estranei, ride molto (anche per cose che non sono divertenti). Oltre alle spese eccessive, può mettere in atto comportamenti esibizionistici o aggressivi.
Il bisogno di sonno diminuisce, mentre la spinta sessuale è eccessiva, tanto da rischiare di contrarre malattie infettive o avere gravidanze indesiderate.
La persona con questo disturbo (soprattutto se il primo episodio di alterazione dell’umore è quello manicale) non è consapevole che ciò che vive è una malattia psichiatrica. Soggettivamente si sente benissimo, felice, sicuro di sé: perché dovrebbe curarsi? Questo crea moltissime difficoltà per i familiari che sono alle prese con i comportamenti alterati del proprio caro, senza riuscire a convincerlo che deve farsi aiutare.
Purtroppo, a volte si deve ricorrere ad un trattamento sanitario obbligatorio (TSO) con il ricovero in ospedale, perché niente e nessuno riesce a convincere la persona a farsi aiutare.
I farmaci aiutano il pazienti a stabilizzare l’umore e a prevenire l’alternanza di fasi depressive e maniacali. Il grosso problema del Disturbo Bipolare è la periodicità, in cui il rischio di ricaduta è molto alto (di solito le fasi depressive avvengono nella stagione invernale, mentre quelle euforiche nel periodo estivo).
La psicoterapia dovrebbe aiutare la persona ad aumentare la consapevolezza di malattia e sostenerla nell’aderenza ai trattamenti farmacologici prescritti, spesso rifiutati per la negazione dei sintomi del disturbo. Parallelamente, dovrebbe aiutare il paziente a ritrovare un equilibrio psicologico e ad evitare comportamenti pericolosi (uso di sostanze, guida spericolata, rapporti sessuali promiscui e non protetti).
Il lavoro psicoterapeutico dovrebbe essere orientato a sostenere l’autostima del paziente e a rafforzare il senso profondo del Sé, minato da una fragilità che viene negata attraverso i sintomi maniacali e profondamente sofferto durante le fasi depressive. Le fasi maniacali, infatti, proteggono il paziente da un senso di Sé molto fragile e da un’autostima deficitaria. I sentimenti grandiosi ispirati dalle fasi euforiche permettono al paziente di sentirsi sicuro, forte, padrone della propria vita. Nei periodi di depressione, invece, la persona entra in contatto con i sentimenti di vuoto, insicurezza, fragilità, che la fanno sentire senza speranza e non in grado di affrontare la vita.