Formulare e ricevere critiche è sempre una faccenda molto delicata, forse perché consideriamo la critica esclusivamente come un giudizio negativo, un biasimo, il trovare da ridire su qualche cosa.
In effetti spesso utilizziamo la critica solo come un rimprovero rivolto a chi ci ha deluso, ci fa ferito o non si comporta secondo le nostre aspettative. Durante i litigi le accuse reciproche esasperano gli animi e non portano alla soluzione del conflitto.
Ma c’è modo e modo di criticare.
Le critiche espresse in modo inappropriato tendono a produrre delle conseguenze spiacevolmente negative, che vanno dal risentimento alla frustrazione, da un peggioramento dell'autostima nella persona mal criticata al desiderio di vendetta. Al contrario, critiche formulate in modo corretto tendono a motivare la persona, a migliorarne le prestazioni future e, in ultima analisi, a rendere più positivo il clima relazionale.
Queste considerazioni ci portano immediatamente ad un’ovvia constatazione: esistono fondamentalmente due diversi tipi di critiche. Il primo, che potremmo definire "distruttivo", produce effetti deleteri. Il secondo, che potremmo chiamare "costruttivo", tende a produrre effetti positivi.
Vediamo gli aspetti che distinguono i due tipi di critiche:
Critica distruttiva
Insegnante: «Come al solito, si vede dal compito che non sei stato attento alle lezioni e che hai capito ben poco.»
In questo caso è la persona ad essere al centro dell'attenzione negativa dell'insegnante: non vengono assolutamente precisati gli aspetti negativi presenti nel compito dell'allievo, inoltre non viene effettuato alcuno sforzo per aiutarlo a migliorare.
Critica costruttiva
Insegnante: «Ho letto con attenzione il tuo componimento. La prima parte è decisamente buona perché, come vedi, hai usato un lessico molto preciso e le argomentazioni che usi sono ben presentate. Nell'ultima parte vi sono, però, degli errori di diverso tipo. Esaminiamo il primo... Mi piacerebbe capire che cosa ti ha portato a commettere questi errori.»
Nel caso della critica costruttiva l’insegnante ha focalizzato la sua attenzione sulla prestazione dell'allievo, mantenendo il rispetto della persona, così come dovrebbe avvenire sempre in ogni contesto relazionale. Inoltre, la critica è servita ad identificare con precisione i punti sui quali l'interlocutore farebbe bene a riflettere ed a fornire l'aiuto necessario a far sì che allievo non cada in quello stesso tipo di errori nelle sue future prestazioni. Infine, viene sottolineata la continua disponibilità da parte dell'insegnante a fornire aiuto e suggerimenti per eventuali difficoltà future.
Studente: «Lei ha citato Montale come autore di “Ed è subito sera”. Ero convinto che fosse di Quasimodo.»
Docente (dopo una breve esitazione): «Hai ragione, è proprio di Quasimodo. Grazie per avermelo detto!».
La risposta del docente è formulata in modo positivo, così come positivo era il modo che caratterizzava l'osservazione espressa dallo studente. La sua intenzione non era affatto quella di sminuire il suo docente, né di coglierlo in fallo. Semplicemente si era accorto di un errore che era utile rendere di dominio pubblico. A sua volta il docente si è limitato ad accettare l'osservazione dello studente ed a ringraziarlo per l'intervento.
Diversa la qualità relazionale, invece, quando le critiche sono sparate allo scopo di distruggere l'avversario. Vediamo due esempi nei quali vi è una risposta di tipo “assertivo”, attraverso la quale la persona si sforza di trasferire il dibattito dal livello della contrapposizione violenta, in cui la persona è l'oggetto del contendere, a quello del confronto di idee, schietto ed argomentato.
In altre parole, chi adotta lo stile assertivo mira a modificare le regole del gioco: non più conflitto, ma confronto democratico di idee.
Risposta assertiva ad una critica distruttiva
Consiglio di classe. Primo insegnante (attaccante): «Ti ho sentito parlare a lungo dell'allievo Rossi. Dici sempre le stesse cose prive di senso!».
Secondo insegnante (attaccato): «Ho capito di aver detto delle cose sulle quali non sei d'accordo. Ti dispiacerebbe indicarmele, in modo da capire meglio il tuo punto di vista e da fornirti una risposta più soddisfacente?».
Risposta assertiva ad una critica manipolativa
Aula di conferenze. Spettatore: «Ciò che Lei ha detto lo trovo del tutto sterile ed improduttivo! Non me l'aspettavo proprio da una persona nota come è Lei›.
Conferenziere: «Che io sia noto o meno è un fatto personale che non riguarda il contenuto della mia relazione. Le sarei grato, invece, se mi indicasse gli elementi sui quali Lei non è d'accordo. Grazie».
In entrambe le risposte compare la richiesta di passare da un'aggressione globale e distruttiva ad una critica in cui vengano specificati gli elementi conflittuali e sia garantita la possibilità di discuterli.
Meazzini P. L’insegnante di qualità, Giunti, 2000