Il bell’Antonio e l’impotenza

Libri e Psicologia

Il bell’Antonio e l’impotenza

Il bell’Antonio

“Il bell’Antonio” è un romanzo di Vitaliano Brancati pubblicato da Bompiani nel 1949, per il quale l’autore riceverà nel 1950 il Premio Bagutta.
Il libro racconta le vicende di un bellissimo ragazzo, Antonio Magnano, catanese, durante il Ventennio fascista.
Antonio ha la fama di grandissimo seduttore, è amatissimo e corteggiatissimo dalle donne, ma in realtà la sua vita è dolorosamente segnata da un problema che cerca di tenere celato a tutti e che nessuno potrebbe immaginare: l’impotenza sessuale.
Ad un certo punto la disfunzione erettile di Antonio diverrà di pubblico dominio e l’esistenza del protagonista sarà sconvolta dalla crudele derisione dei concittadini. Questo getterà Antonio nella più profonda depressione per la vergogna e per l’umiliazione.
Siamo in epoca fascista, dove i valori della virilità e della forza maschile permeano tutta la società. Antonio, per via della disfunzione erettile, non sarà più degno di stima e di rispetto, non sarà più considerato un vero uomo.
Brancati non entra nel merito delle cause psicologiche che possono aver instaurato tale problema: descrive la situazione come una maledizione caduta dall’alto, per la quale il protagonista non ha altra soluzione se non cercare di sottrarsi al pubblico ludibrio rimanendo confinato in casa ed evitando i contatti sociali perfino con i suoi genitori.

La paura della prestazione sessuale

Antonio, come altri uomini alle prese con l’impotenza, si ritrova ad ogni occasione di contatto sessuale con l’immediata e dominante preoccupazione di non riuscire ad ottenere l’erezione.
Sarà capace di compiere l’atto come ogni umo “normale”? È’ costantemente angustiato dal timore non solo di non ottenere l’erezione, ma anche di non mantenere un’erezione sufficiente alla penetrazione. La paura dell’atto diventa in lui così soverchiante che col dar credito ai suoi timori e perfino col prenderli soltanto in considerazione finisce col togliere la funzione sessuale dal contesto naturale.
In realtà l’impotente si preoccupa profondamente dell’insuccesso funzionale di una reazione fisica che non solo si verifica naturalmente, ma in molte sue fasi ha uno sviluppo del tutto involontario. A dirla semplicemente è proprio quella sua ansia a scoraggiare il naturale verificarsi dell’erezione. L’ottenimento dell’erezione è cosa sulla quale la volontà non ha assolutamente controllo.

Trattamento della disfunzione erettile

La disfunzione erettile è un sintomo molto frequente, spesso è espressione di una patologia organica (diabete, ipertensione, ipogonadismo ecc.), di una patologia intrapsichica (ansia, depressione, conflitti inconsci, ecc.) o di un problema relazionale; in realtà molto spesso questi tre fattori si intrecciano e il loro peso relativo non sempre è facilmente quantificabile.
Per fortuna oggigiorno non siamo più alle prese con un contesto sociale crudele e ignorante come quello del periodo fascista. Tuttavia, ancor oggi, molti ragazzi e molti uomini adulti sono in imbarazzo nel rivolgersi ad uno specialista.
È importante segnalare invece che figure come l’andrologo, l’urologo, il sessuologo, possono fornire un aiuto decisivo per risolvere una problematica che ha un impatto rilevante sulla qualità di vita della persona e della coppia. Esistono trattamenti efficaci che possono riportare l’uomo a godere di una soddisfacente funzione sessuale. Occorre solo il coraggio di chiedere aiuto.


Fonti
Vitaliano Brancati “Il bell’Antonio” Bompiani, 1949
William H Masters, Virginia E. Johnson “Patologia e terapia del rapporto coniugale” Feltrinelli, 1970

D.ssa Maria Rita Milesi - Psicologa e Psicoterapeuta Bergamo
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